Le Vetrate della Chiesa di Colognora



Il primo approccio con la pittura di Giovanni Lorenzetti l’ebbi circa trent’anni fa in modo del tutto casuale.

Era parroco ad Antraccoli un mio compagno di corso e di ordinazione, Don Giovanni Galli, purtroppo prematuramente scomparso, andando a fargli visita fui attratto da un dipinto eseguito nella lunetta della porta della canonica che raffigurava a mezzo busto un San Sebastiano trafitto dalle frecce.
Si sarebbe detto un affresco rinascimentale, ma i suoi tratti tradivano la sua esecuzione moderna che Don Giovanni confermò come dono del pittore Giovanni Lorenzetti suo cugino

Ero allora direttore dell’ufficio diocesano per l’arte sacra ed i beni culturali e pensai che questo giovane e promettente artista fosse da tenere presente per eventuali opere di pittura nelle chiese della nostra diocesi. Mi incontrai con lui nel 1988 per discutere su come impostare un quadro della Vergine del Rosario, San Vito e San Domenico, che l’allora parroco di san Vito Don Piercarlo Serafini, anche lui defunto, intendeva collocare nella sua chiesa da poco inaugurata. Giovanni volle che fossi io a fare la presentazione dell’opera. Successivamente, Don Mansueto Bianchi, attualmente vescovo di Pistoia, ma allora parroco della pieve di Arliano, l'edificio sacro più’ antico della nostra diocesi, dette incarico a Giovanni Lorenzetti di fissare sulla tela il momento della consacrazione della Pieve da parte del vescovo S. Frediano che la tradizione vuole fondata da lui.
Seguirono altre committenze di carattere sacro fra le quali merita di essere ricordata la grande tela centinata raffigurante l’Assunta per la chiesa di Santa Maria a Colle affinché rimpiazzasse un dipinto su tavola dello stesso soggetto eseguito alla fine del Quattrocento dal pittore Vincenzo Frediani e andato perduto in un incendio. Fu durante la lavorazione del quadro in uno dei viaggi allo studio di Nozzano che avanzai a Giovanni una proposta sui generis: di dedicarsi alla pittura delle vetrate istoriate che tanta fortuna avevano avuto nel Medioevo e nel Rinascimento; ne avevo bisogno io stesso per la mia chiesa Cinquecentesca di Colognora Val di Roggio, dove le semplici finestre ottocentesche stavano cadendo a pezzi. Giovanni ci pensò su un’attimo, ma poi gli sembrò una proposta interessante.
Si discusse dei soggetti da raffigurare.

Vetrate della chiesa di Colognora la Prudenza che Aristotele definisce "retto discernimento intorno a ciò che si deve operare" e che è anche uno dei sette doni dello Spirito Santo;


Vetrate della chiesa di Colognora la Fortezza che come virtù cristiana si può definire "quella forza soprannaturale che dà all l'uomo il potere di compiere atti meritevoli per la vita eterna" ed è la virtù’ di coloro che soffrono persecuzioni per la fede;


Vetrate della chiesa di Colognora la Giustizia che "è la virtù’ che ci inclina a dare a ciascuno il suo" come farà Dio nel settimo giorno;


Le fotografie delle vetrate sono state concesse da Foto Ghilardi

La Temperanza "che modera le tendenze, i moti e le passioni dell’uomo";
La proposta entusiasmò Giovanni che con sollecitudine preparò i cartoni con cura ottenendo anche nella vetrata gli splendidi risultati che aveva conseguito con la pittura su tela, risultati che oggi tutti ammirano. La nostra chiesa dei santi Michele e Caterina in Colognora  Val di Roggio, si arricchisce di quattro nuove opere d’arte che ben si legano alla sua architettura cinquecentesca e alla pala del coro che il pittore modenese Simone Carretta dipinse nel 1563 o 1573.

Mons. Giuseppe Ghilarducci

 

Le Virtù cardinali

Il progetto per la realizzazione delle quattro vetrate è stato commissionato da Mons. Giuseppe Ghilarducci a Giovanni Lorenzetti nell’anno 2006.
Dopo la decisione di rappresentare le virtù cardinali, Lorenzetti ha iniziato a studiare l’iconografia del tema. In un primo tempo sono stati realizzati quattro bozzetti in scala su cartone con i relativi studi cromatici, poi presentati in Soprintendenza per l’approvazione, dopo il nullaosta della commissione d’Arte Sacra. Dopo la realizzazione dei bozzetti e la loro approvazione da parte della Soprintendenza, Lorenzetti ha iniziato i cartoni a "vera grandezza", dipinti con cura anche dal punto di vista cromatico; il primo cartone rappresenta la Prudenza ed è stato realizzato a pastello su carta spessa molto pregiata, gli altri cartoni rappresentanti la Giustizia, la Fortezza e la Temperanza, sono stati dipinti a pastello su tela di cotone e non più su carta; l’attenzione in queste quattro composizioni è rivolta ad una raffigurazione formale semplice e protesa a evidenziare la figura rispetto al fondo, così da dare forza espressiva all’immagine. Nelle quattro rappresentazioni vi è inoltre un ribaltamento dei colori nelle fasce di decoro, per variare la ricchezza cromatica tenendo in rapporto l’insieme delle quattro immagini. Lorenzetti successivamente ha incontrato il Prof. Roberto Marchetti di Pisa, per la traduzione in vetrata delle virtù dipinte.

Marchetti, riprendendo dai cartoni le forme in trasparenza e i colori, comparandoli con la cromia dei pastelli, ha realizzato in modo eccellente in tutte le loro parti le quattro vetrate incontrando Lorenzetti più volte per una valutazione del lavoro che si è concluso con la collocazione delle vetrate il 3 ottobre 2010.

Chiesa di Colognora

Il documento più antico nel quale compare il nome Colognora è una pergamena dell’Archivio Arcivescovile di Lucca datata 29 agosto 828. Questo documento, che ha come riferimento diretto la chiesa di Villa a Roggio, si riferisce indirettamente anche al nostro paese.

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Storia di Colognora

Il 29 agosto 828 Alirando del fu Aliperto, insieme ad altri beni, assegnò alla chiesa di S. Stefano di Villa Roggio da lui fondata una casa a Colognora sopra Roggio e una selva di castagni, sempre in Colognora, nel luogo detto Praccle.

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